DDL Ancorotti: Confartigianato spinge per regole chiare e tutele

A cura di max Randi, Direttore MdP
Da anni, come Direttore de Il Magazine del Parrucchiere, seguo con attenzione i temi che toccano la nostra categoria. Stavolta, però, la notizia è di quelle che meritano di essere sottolineate: Confartigianato, CNA e Casartigiani hanno dato pieno sostegno al disegno di legge A.S. 1619, presentato dal senatore Renato Ancorotti.
Un testo che può cambiare le regole del gioco per oltre 150.000 imprese artigiane attive nell’estetica e nell’acconciatura, una realtà economica e sociale che in Italia conta eccome.
I punti forti della riforma
Il disegno di legge propone un quadro normativo moderno e al passo coi tempi. Dentro ci sono novità che, personalmente, considero decisive:
- Nuovi profili professionali riconosciuti: onicotecnica e truccatorice avranno finalmente un inquadramento chiaro.
- Specializzazione in estetica oncologica: un percorso che dà valore sociale e rafforza la professionalità.
- Lavoro fuori sede regolamentato: non più “zone grigie”, ma regole certe.
- Affitto di poltrona e cabina: strumento che porta flessibilità e nuove opportunità imprenditoriali.
- Responsabile tecnico temporaneo: utile per non bloccare un’attività.
- Sanzioni rafforzate contro l’abusivismo: tutela per le imprese regolari e per i consumatori.
Perché Confartigianato sostiene la riforma
Nelle parole diffuse da Confartigianato, il DDL rappresenta “un intervento organico sull’intero comparto dell’estetica e dell’acconciatura, con regole certe a tutela del mercato e dei cittadini”. Tradotto: finalmente si esce dalla giungla di regole frammentarie, dando dignità e ordine a chi lavora seriamente.
La mia opinione
Per me questa è un’occasione che non possiamo perdere. Se passa, significa più tutele, più riconoscimento, più chiarezza verso i clienti.
Se si ferma, restiamo nel solito limbo: abusivi senza controllo e professionisti senza status.
Conclusione
Confartigianato, CNA e Casartigiani hanno lanciato un appello al Parlamento: approvare in tempi rapidi il provvedimento. Io aggiungo: spetta anche a noi far sentire la nostra voce, perché riguarda il futuro di tutti i saloni italiani.
E tu, cosa ne pensi?