Parrucchieri Imprenditori, ma anche basta!
Da qualche anno in salone gira una parola magica.
“Imprenditore”.
La dici e ti senti meglio. È come mettere un blazer sopra una t-shirt macchiata: fuori sembri CEO, sotto hai ancora la tinta sul polso.
Il punto è semplice: essere imprenditore non è un’identità. È un metodo.
E il metodo, spoiler, non si improvvisa tra un colpo di phone e una storia su Instagram.
La differenza tra “imprenditore” e “persona che lavora tanto”
C’è una categoria enorme di parrucchieri che fa 10-12 ore al giorno e poi dice: “Io sono un imprenditore”.
No.
Tu sei un professionista che lavora tanto. Che è già tanta roba.
Ma l’imprenditore fa una cosa diversa: gestisce.
Gestisce prezzi, tempo, costi, regole.
E soprattutto gestisce il fatto che i soldi non escono dal nulla. Escono dai numeri.
La fatica è dignitosa. Il caos no.
Il “test” che fa male (perché funziona)
Se vuoi capire dove sei, rispondi secco:
- Sai quanto ti costa un’ora di salone, con tutto dentro?
- Sai qual è il tuo margine sui servizi principali?
- Sai quante ore “regali” a settimana tra ritardi, extra non pagati e indecisioni del cliente?
- Il listino è una regola o un’opinione?
- Hai un obiettivo settimanale scritto o vai “a intuito”?
Se qui annaspi, sta succedendo una cosa chiarissima:
non hai una piccola azienda. Hai una grande confusione.
E la confusione si paga. Sempre.
La grande truffa emotiva: “qui la gente non spende”
È la frase nazionale. Dopo “non ci sono più le mezze stagioni”.
La verità è che spesso la gente spende eccome.
Ma spende dove:
- capisce cosa compra
- vede un risultato
- sente controllo e competenza
- percepisce ordine
Se il tuo salone è un reality e il listino è “vediamo”, il cliente spende… da un altro.
Non è cattiveria. È selezione naturale.
L’imprenditore non è quello che fa marketing: è quello che non svende
Altra favoletta: “Mi serve il marketing”.
Sì, ti serve.
Ma prima ti serve non distruggerti il margine.
Perché puoi anche fare il reel perfetto, ma se poi:
- fai 3 ore di lavoro pagate come 1
- usi prodotti top senza metterli a budget
- incastri servizi impossibili in agenda
- ti fai guidare dall’ansia del “non perdere il cliente”
…stai facendo marketing per portare clienti in un sistema che li brucia. Complimenti. Geniale.
Il problema non è la concorrenza. È che non hai regole.
Lo so che suona antipatico. È quello il bello.
La differenza tra salone che “sta in piedi” e salone che “sopravvive” è quasi sempre qui:
1) Tempi standard
Se un servizio dura “dipende”, hai un problema.
Il “dipende” è il buco nero del margine.
2) Listino difeso
Prezzo chiaro, spiegato, motivato.
Non “te lo faccio a meno perché mi stai simpatica”.
3) Consulenza vera
Se non fai diagnosi e non spieghi percorso e limiti, il cliente confronterà solo il prezzo.
E sul prezzo perdi sempre.
4) Extra pagati
“Mi fai anche una piega veloce?”
Certo. E la paghi. Se no è beneficenza, non business.
5) Politiche scritte
Ritardi, no-show, cambi idea, ripensamenti: serve una regola.
Le regole non sono cattive. Sono igiene.
La parte che nessuno vuole sentire: “imprenditore” non sei tu. È il tuo salone.
Puoi anche sentirti imprenditore quanto vuoi.
Ma se il salone non produce margine, non ha processi e non regge senza di te… allora non è un’azienda.
È un lavoro super stressante con costi fissi.
E lo capisci da un dettaglio crudele:
se ti fermi una settimana, cosa succede?
- Se il salone continua a girare: stai costruendo un’impresa.
- Se crolla tutto: stai facendo tutto tu. Quindi sei tu il prodotto. E il prodotto si stanca.
“Ma io amo questo lavoro”
Perfetto. Anche io amo vedere gente brava.
Proprio per questo te lo dico senza carezze:
l’amore non paga l’INPS.
Il talento non paga l’affitto.
La passione non copre gli sprechi.
Serve gestione. Serve freddezza. Ogni tanto serve anche dire “no”.
Quindi sì: parrucchieri imprenditori… ma anche basta.
Basta chiamarsi così per sentirsi a posto.
Basta usare la parola come scudo per non guardare i conti.
Se vuoi essere imprenditore davvero, non serve cambiare logo o farti le foto fighe.
Serve fare tre cose noiose ogni settimana:
- guardare i numeri
- sistemare l’agenda
- difendere i prezzi
Il resto è teatro. E il teatro, di solito, lo paga il pubblico. Non tu.
Se ti ha punto: bene.
Scrivi nei commenti solo una parola: “NUMERI”, “PREZZI” o “AGENDA”.
Quella che oggi ti sta fregando di più.
Opux – Founder, Il Magazine del Parrucchiere
Mini-bio: dal 2001 lavoro su marketing e comunicazione nel settore hair beauty. Qui si parla di saloni veri, non di frasi da palco.
Testo redatto da Opux con supporto di MdP h(AI)r per struttura e revisione.








