Da quando andiamo dal Parrucchiere? La Storia vera del Salone Moderno (2025)
A cura della Redazione MdP
Andare dal parrucchiere oggi è normale: prenoti, entri, ti siedi e ti affidi al professionista.
Ma questa abitudine ha una storia lunga, curiosa e molto meno scontata di quanto sembri.
Le radici antiche: il “tonsor” romano
Nell’antica Roma la cura di capelli e barba era affidata al tonsor.
Non esisteva un “salone” come lo intendiamo oggi: era un mix tra artigiano di strada e barbiere di fiducia.
Il taglio era veloce, gli strumenti essenziali, e spesso la funzione era più sociale che estetica.

Le acconciatrici a domicilio
Per secoli le donne non andavano in un luogo pubblico per sistemare i capelli.
Si recava a casa loro un’acconciatrice, che lavorava con strumenti semplici e molta manualità.
L’idea di uno spazio dedicato, aperto al pubblico, ancora non esisteva.

1635: nasce il primo salone pubblico
La vera svolta arriva a Parigi.
Nel 1635 Louis Champagne apre quello che viene considerato il primo salone “moderno” per signore.
È la nascita ufficiale della figura del coiffeur: un professionista maschio, con un luogo fisico dedicato, dove le clienti si recano apposta.
È qui che compare per la prima volta il concetto di “appuntamento” e di servizio continuativo.

Il barbiere-chirurgo (sì, davvero)
Per un lungo periodo i barbieri erano anche mini-medici:
estraevano denti, sanguinavano i pazienti, curavano piccole ferite.
La bottega era un punto di riferimento popolare.
Con l’Ottocento il barbiere diventa sempre più specializzato sulla barba e il taglio, lasciando la parte sanitaria ai medici.

Il salone come luogo sociale
Tra fine Ottocento e inizio Novecento l’acconciatura diventa moda.
Nascono i saloni strutturati: sedute, specchi grandi, attrezzature, permanenti, colore, phon professionale.
Il salone non è più “dove ti tagli i capelli”: è un punto di ritrovo, chiacchiere, identità, stile personale.

Perché oggi si va dal parrucchiere
Oggi il salone è:
- estetica
- consulenza
- relazione
- identità
- esperienza

I capelli comunicano. Un taglio, un colore, una piega: sono messaggi.
Per questo il parrucchiere moderno non è solo un tecnico, ma un consulente di immagine.
Cosa ci insegna questa storia
La figura del parrucchiere non nasce come “artigiano del capello”, ma come punto sociale e simbolico.
E non è cambiato molto: ancora oggi chi entra in salone non cerca solo un servizio, ma un modo per sentirsi meglio.









