Un Giorno Qualsiasi di Dicembre, vicino a Natale: il Salone in “Modalità Guerra”
Memorie della ns Sara, Beauty Advisor MdP
Non è importante che giorno sia.
Potrebbe essere martedì, mercoledì o giovedì.
A dicembre i giorni non hanno più nome.
Hanno solo due stati: “pieno” e “ancora più pieno”.
Ore 08:41: apri e hai già perso
Tu stai ancora cercando di capire se sei viva, e WhatsApp decide per te.
“Ciao! Oggi riesci a farmi una cosa semplice?”
A dicembre “semplice” significa: taglio, colore, schiariture, tonalizzazione, piega, foto, e pure autostima nuova.
Poi arriva l’audio da 1:47.
Quella che inizia con: “Non voglio disturbarti…”
e finisce con: “…però mi servi entro oggi.”
Ore 09:30: la prima cliente e il primo miracolo richiesto
Entra e dice subito la frase del mese:
“Mi fai un biondo naturale ma luminoso, però che sembri che non ho fatto niente.”
Perfetto.
Vuole un risultato da Ferrari con lo sforzo di parcheggiare.
Tu sorridi, fai due domande, guardi i capelli, guardi il cuoio capelluto, guardi il calendario e pensi:
“Ok. Facciamo scienza. Non magia.”
Ore 10:55: la spuntatina che diventa un taglio vero
“Solo un centimetro.”
Tu lo sai già come va.
Il centimetro è il cavallo di Troia.
Dopo 7 minuti:
“Visto che ci siamo, sistemiamo la scalatura.”
Dopo 12 minuti:
“Ok dai, abbiamo ridato forma.”
Che tradotto significa: abbiamo rifatto il taglio e ora nessuno lo ammette.
Ore 12:20: arriva lei, la “Pinterest / TikTok”
Ti mostra un video con:
- luce perfetta
- capelli perfetti
- modella perfetta
- filtro perfetto
E poi dice:
“Lo voglio così. Ma senza decolorare troppo. E che duri. E che non mi rovini i capelli.”
Tu annuisci come se fosse normale.
Poi fai la traduzione professionale:
“Ti spiego cosa è fattibile su di te oggi e come mantenerlo.”
Perché a dicembre il vero lavoro è questo: gestire aspettative senza spezzare sogni.
Ore 13:07: pausa pranzo (la leggenda)
Tu tenti un panino.
Suona il telefono.
“Ciao, ho un imprevisto: posso anticipare di un’ora?”
Oppure:
“Mi si è allungata la riunione: posso arrivare 25 minuti dopo?”
A dicembre la puntualità è un’idea filosofica.
Tu fai Tetris col tempo.
Ore 15:18: “Non voglio vedere ricrescita”
A dicembre la ricrescita diventa un nemico personale.
“Mi serve copertura totale.”
“Senza stacco.”
“Senza barature.”
“Ma naturale.”
Tu pensi:
“Ok, quindi vuoi che i capelli mentano con eleganza.”
E si può fare.
Ma non in 20 minuti e non con la bacchetta di Harry Potter.
Ore 17:40: la frase che ti cambia l’umore
“Mi fido di te.”
Bella, sì.
Ma a dicembre è anche:
“Se non mi piace, mi fido meno.”
Quindi tu fai la cosa intelligente:
spieghi, concordi, fai vedere, confermi.
Perché il “mi fido” va bene… ma meglio un accordo chiaro.
Ore 19:55: l’ultima cliente e l’ultimo colpo basso
“Mi fai una piega veloce che ho una cena?”
Tu guardi l’orologio e capisci che “veloce” non è un tempo.
È un desiderio.
E mentre asciughi, senti:
- ansia da foto
- ansia da parenti
- ansia da regali
- ansia da “devo essere a posto”
E tu diventi quello che sei davvero a dicembre:
un parrucchiere e mezzo psicologo, con phon e pazienza.
Ore 21:10: chiudi
Chiudi davvero.
Ti guardi le mani: hanno lavorato.
Ti guardi le spalle: protestano.
Ti guardi il calendario: domani è uguale.
Eppure… quando vedi la cliente che esce e si specchia nel vetro della porta con quel mezzo sorriso, capisci perché lo fai.
Non è solo capelli.
È che, per un’ora, hai rimesso in ordine qualcosa.
Qual è la frase che ti fa capire al volo che oggi sarà “delirio natalizio”?
Io voto: “Solo una cosa veloce.”








