Vita da Parrucchiere: Clienti Strani e Richieste Assurde in Salone
A cura di Sara, Beauty Advisor MdP
L’Odore della Lacca al Mattino
Amici colleghi, artigiani del balayage, domatori di chiome ribelli, buongiorno. Questo articolo è per voi. È per quel momento in cui, tra una cartina e l’altra, incrociate lo sguardo del vostro collega allo specchio e, senza dire una parola, vi capite. Quel momento in cui state morendo dentro ma fuori sorridete angelicamente mentre la cliente vi chiede di trasformare il suo nero corvino (fatto a casa con la tinta del supermercato) in un biondo platino ghiaccio “entro un’oretta perché devo andare a prendere i bambini”.
La vita da parrucchiere non è solo glamour e trasformazioni da red carpet. È una trincea quotidiana fatta di clienti strani, richieste che sfidano le leggi della fisica e della chimica, e tanta, tantissima pazienza.
Mettetevi comodi (se riuscite a trovare uno sgabello libero tra i capelli tagliati), prendete un caffè tiepido e prepariamoci a fare terapia di gruppo. Ecco le tipologie di clienti e le situazioni assurde che ogni parrucchiere, almeno una volta nella vita, ha dovuto affrontare.
L’Esperto di Chimica Nucleare (laureato su YouTube)
Iniziamo dal classico dei classici. Il cliente che ne sa più di te. Entra con l’aria di chi ha studiato tricologia per 15 anni all’università di “Tutorial di 5 minuti su TikTok”.
- La situazione: Tu stai spiegando perché non puoi decolorare quel capello già morto tre volte. Loro ti guardano con sufficienza e dicono: “Ma no, guarda che ho visto un video di un influencer americano che usava il bicarbonato e il limone e venivano benissimo. Perché tu non vuoi farlo? Non hai i prodotti giusti?”
- Il pensiero del parrucchiere: Respiro profondo dietro la mascherina. Conta fino a dieci. Ricordati che l’omicidio è illegale.
L’aneddoto che (purtroppo) è capitato a tutti: La cliente che si presenta con la stagnola della cucina in testa perché “stava iniziando a portarsi avanti col lavoro a casa” per farti risparmiare tempo. Risultato: capelli zebrati color arancio evidenziatore.
Il Mago del “Taglia Solo le Punte” (Versione Horror)
C’è una falla nella comunicazione verbale tra la specie umana e la specie dei parrucchieri. È scientificamente provato.
- La richiesta: “Voglio farli crescere, quindi mi raccomando, taglia solo mezzo centimetro. Anzi, un millimetro. Togli solo l’aria che c’è intorno alle doppie punte.”
- La realtà: Le loro punte sono così rovinate che sembrano saggina per scope. Sono trasparenti. Chiedono pietà.
- Il dramma: Tu tagli quel centimetro necessario per dare dignità alla chioma. Loro si guardano allo specchio, scoppiano in lacrime e ti accusano di averli rapati a zero come Britney Spears nel 2007. “Avevo detto solo le punteeee!”
Curiosità dal salone: Perché “due dita” per i clienti equivalgono sempre a “non tagliare nulla”, ma quando devono pagare il conto le misure tornano improvvisamente precise?
Il Crononauta Ritardatario
Questo cliente vive in un fuso orario diverso dal nostro. È quello che ha l’appuntamento alle 15:00 per un cambio look totale (colore, taglio, piega, trattamento ristrutturante).
- L’arrivo: Si presenta alle 15:45, trafelato, con un caffè in mano (per sé, non per te).
- La frase killer: “Scusa il ritardo, traffico pazzesco! Però sono di fretta, eh. Alle 16:30 devo assolutamente essere fuori di qui. Ce la facciamo, vero?”
- La tua reazione interiore: Certo che ce la facciamo. Se ho la bacchetta magica di Harry Potter nel retrobottega.
La Leggenda Metropolitana dei “Capelli Sporchi”
Sfatiamo un mito che circola nelle storie divertenti dei parrucchieri da generazioni.
C’è ancora quella cliente (di solito over 60, ma non solo) che si presenta con una testa che non vede uno shampoo dal 2012. L’olio naturale ha formato una crosta protettiva che potrebbe resistere a un attacco nucleare.
- La giustificazione: “Tesoro, non li ho lavati apposta per due settimane. Così la tinta prende meglio, vero?”
- La verità: No, signora. La tinta non prende meglio. La tinta scivola via disgustata e io devo usare una maschera antigas per applicare il colore. Per favore, l’igiene prima della chimica.
Il Cliente “Foto di Instagram vs Realtà”
Arriva con il telefono in mano. Ti mostra una foto di Jennifer Lopez, o di una modella russa ventenne con una massa di capelli che sfida la gravità, illuminati da tre faretti professionali e ritoccati con Photoshop.
- La cliente: “Voglio esattamente questo. Uguale.”
- Il problema: La cliente ha tre capelli in croce, fini come seta, e una base castano scuro.
- La tua spiegazione tecnica: Provi a spiegarle gentilmente che quella modella ha 500€ di extension, che quel colore richiede 8 ore di lavoro e che la sua struttura capillare è diversa.
- La sua risposta: “Sì, ma se mi impegno nel mantenimento a casa?”
Siamo Psicologi con le Forbici in Mano
Ridiamo per non piangere, colleghi. La verità è che amiamo il nostro lavoro, anche quando clienti strani e situazioni assurde ci fanno venire voglia di mollare tutto e aprire un chiosco di granite in Messico.
Siamo artisti, siamo chimici, ma soprattutto siamo psicologi. Ascoltiamo confidenze che nemmeno i preti nel confessionale, gestiamo crisi di nervi per una frangia storta e regaliamo autostima con un colpo di spazzola.
Quindi, la prossima volta che entra un cliente chiedendo un balayage grigio perla su una base rossa in 45 minuti… guardate il vostro collega, fatevi un occhiolino solidale e accendete il phon. Ce la faremo anche oggi. Forse.
Ti sei riconosciuto/a in queste storie? Qual è la cosa più assurda che ti è capitata in salone? Raccontacelo nei commenti (così ridiamo insieme)!









