La fine della dittatura della “Copertura Totale” (l’Effetto Casco è morto)
Colleghi, qui Lorenzo. Oggi è il 16 dicembre. Lo so benissimo in che situazione siete: avete i phon che fumano, la reception che sembra un centralino impazzito e la pausa pranzo che è diventata un ricordo sbiadito.
È il momento in cui si fattura, certo. Ma è anche il momento in cui si commette l’errore più grande dell’anno: lavorare a testa bassa senza guardare cosa sta arrivando.
Mentre voi combattete con le pieghe di Natale, il mercato si sta spostando. E ve lo dico “dritto per dritto”: se pensate di aprire il salone il 7 gennaio proponendo gli stessi identici servizi tecnici del 2025, partirete già in svantaggio.
Ho analizzato tecnicamente cosa ci aspetta. Non parlo di “moda” da passerella che non si vende in negozio. Parlo di chimica, tecnica e scontrino medio. Ecco le 5 coordinate per il vostro 2026.
1. La fine della dittatura della “Copertura Totale” (l’Effetto Casco è morto)
Per decenni le accademie e le aziende ci hanno lavato il cervello con un unico dogma: “Se c’è il bianco, va coperto al 100%. Punto.” Risultato? Abbiamo creato generazioni di clienti schiave della ricrescita dopo 12 giorni e colori talmente saturi e pesanti da sembrare parrucche.
Colleghi, l’effetto “inchiostro”, piatto e senza profondità, nel 2026 non è solo tecnicamente superato: è un suicidio commerciale.
La cliente oggi non cerca la perfezione finta, cerca la libertà. Non vuole vedere quella linea netta (la famosa “barratura”) che urla “sono stata dal parrucchiere due settimane fa”. Se state ancora “caricando” ogni vostra miscela con 20 grammi di base naturale “per stare tranquilli”, state vendendo un prodotto scaduto. Il nuovo standard non è coprire, è mimetizzare.
2. L’Era del Grey Blending (e perché ti fa guadagnare di più)
Se la copertura totale muore, cosa nasce? Nasce la gestione intelligente del bianco. Il Grey Blending non è una moda passeggera per signore anziane. È un protocollo tecnico di lusso.

Tecnicamente parlando, richiede molta più competenza di una tinta base: bisogna saper bilanciare le schiariture, tonalizzare con precisione e lavorare con i volumi bassi. E proprio perché è difficile, vale di più. Nel 2026, trasformare una cliente “copertura base” in una cliente “Grey Blending” significa alzare la fiche media e, paradossalmente, fidelizzarla di più.
👉 [Leggi la mia analisi tecnica: Perché il Grey Blending è la tua assicurazione sulla vita]
3. Pantone “Cloud Dancer”: Il bianco non è assenza di colore
Avete letto del nuovo Pantone 2026? Si chiama Cloud Dancer. Molti parrucchieri faranno l’errore di trattarlo come un semplice platino. Sbagliato. Il Cloud Dancer è un bianco “materico”, morbido, calcareo. Ottenerlo in salone senza distruggere la fibra capillare sarà la vera sfida tecnica del prossimo anno.

Chi sa portare un capello a questo livello di purezza mantenendolo sano, vince su tutta la concorrenza. Preparate i decoloranti di alta qualità e i plex, ne avrete bisogno.
👉 [Approfondisci qui: Come gestire il Cloud Dancer in Salone]
4. La polarizzazione: O Nudo o Neon
Se da una parte andiamo verso il naturale e il bianco etereo, dall’altra c’è la reazione opposta. Il 2026 vedrà l’esplosione di colori come il Neon Pulse (fucsia digitale) e il Solar Ember (arancio bruciato).

Attenzione: non sono colori “pazzi” fatti a caso. Sono colori che richiedono fondi di schiaritura perfetti. Non sottovalutate le clienti più giovani o creative: sono quelle che spendono di più per il mantenimento del colore vibrante a casa.
👉 [Scopri i colori estremi Neon Pulse e Solar Ember qui]
5. Gennaio non deve essere nero (Strategia Operativa)
Chiudo con un consiglio non tecnico, ma gestionale. Il “buco” di fatturato di gennaio non è colpa del mercato, è colpa nostra. Tutti i servizi di cui vi ho parlato sopra (Grey Blending, correzioni colore, effetti luce complessi) richiedono tempo. Gennaio è il mese perfetto per questi lavori lunghi che a Dicembre non riuscite a incastrare.
Il mio consiglio: Mentre siete in cassa oggi e domani, non limitatevi a fare gli auguri. Guardate la cliente negli occhi e ditele: “A Gennaio, con calma, dobbiamo togliere quell’effetto barrato e provare quella nuova tecnica di cui ti parlavo. Ti blocco già il posto per un lavoro tecnico lungo?”.
Il 2026 premierà i tecnici preparati, non gli “applicatori di tubo”. Buon lavoro a tutti e tenete duro per questi ultimi giorni.
Lorenzo Direttore Tecnico – Il Magazine del Parrucchiere









