L’Evoluzione del Parrucchiere (2025): Da Ripiego a “Medico del Capello”

C’era una volta… il lavoro “di ripiego”
Quando ho iniziato a tagliare i capelli (parliamo di parecchi anni fa), c’era ancora chi pensava che il nostro fosse un mestiere “di ripiego”.
“Non vuoi studiare? Vai a fare il parrucchiere.”
Quante volte l’abbiamo sentita?
Negli anni ’50 e ’60, il salone era un luogo semplice. Pieghe, permanenti, tagli sempre uguali. I clienti non chiedevano un cambiamento, volevano solo essere “in ordine”. E noi facevamo il nostro, punto.
Formazione? Nessuna scuola. Si imparava guardando. Mani nei capelli fin da piccoli, e via.
Anni ’80 e ’90: esplode la creatività
Poi è arrivata la moda. La TV. Le celebrity. I tagli iconici (chi non ha fatto almeno una volta il “Rachel” di Jennifer Aniston?).
La figura del parrucchiere ha iniziato a cambiare: da esecutore ad artista.
E anche le scuole si sono svegliate: corsi veri, con tecniche, teoria del colore, perfino marketing.
I prodotti si sono evoluti: tinture meno aggressive, piastre di precisione, phon intelligenti.
Il cliente non cercava più solo un taglio, ma un’identità.
E noi? Abbiamo iniziato a diventare consulenti di immagine, con responsabilità sempre più grandi.
Oggi: il parrucchiere è scienza, benessere e sostenibilità
Nel 2025 essere parrucchiere vuol dire capire la chimica dei prodotti, leggere un INCI, analizzare una cute.
Non si tratta solo di “fare il colore bene”, ma di farlo senza rovinare nulla.
I clienti vogliono prodotti naturali, vegan, cruelty-free. Vogliono sapere cosa stiamo usando. E soprattutto, vogliono sentirsi ascoltati.
La tecnologia ci sta aiutando tantissimo:
- app per provare un look virtuale,
- specchi smart,
- microcamere per analizzare il capello,
- consulenze digitali.
Il salone è diventato un centro di benessere, non più solo un luogo di servizio.
Domani? Il parrucchiere sarà un “medico del capello”
Segnatevi questa: il futuro è la tricologia.
Sempre più saloni stanno offrendo servizi di analisi del cuoio capelluto, trattamenti rigeneranti, consulenze personalizzate.
Non è fantascienza: stiamo parlando di:
- diagnosi di problemi come caduta, dermatiti, forfora,
- collaborazioni con dermatologi,
- trattamenti basati sul DNA del cliente (già realtà in alcuni paesi).
Avremo bisogno di nuove competenze: biologia, nutrizione, cosmetologia avanzata.
Il parrucchiere sarà una figura a metà tra lo stylist e il professionista della salute.
Conclusione? Siamo molto più che artigiani
Il nostro mestiere non è più quello di 30 anni fa.
Siamo cambiati, cresciuti, evoluti.
E adesso serve formazione seria, apertura mentale, capacità di ascolto.
Chi entra oggi in salone non cerca solo un taglio. Cerca una consulenza, una soluzione, un’esperienza.
E noi? Siamo pronti.
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Gianni – Hairvisor, Il Magazine del Parrucchiere